Che cos’è il marketing: pubblico, strategie e fidelizzazione

Molti sono abituati a pensare al marketing come a una branca specifica dell’economia, applicabile solo a determinati settori e in un certo senso marginale rispetto a un qualsiasi business. Oggi, sappiamo che il marketing ha, invece, assorbito gran parte delle strategie e delle pratiche aziendali di imprese private ma anche pubbliche. Soprattutto, oggi le azioni di marketing sono molto più misurabili di un tempo, permettendo di effettuare dei test più efficaci e ottimizzati per ottenere risultati tangibili.

Ho scoperto il fantastico mondo del marketing perchè avevo la necessità di trovare dei metodi alternativi per fare dei soldi ed ho scoperto le affiliazioni, di cui oggi penso di essere esperto parlandone anche nei miei articoli (lo insegno anche attraverso il mio corso). I miei mentori  in questo ambito sono stati Marco Montemagno e Dario Vignali.

Montemagno, anche se tramite contenuti più generalisti, mi ha fatto appassionare agli argomenti legati al marketing (è stato lui a convincermi a comprare i primi libri di marketing). Mentre con i contenuti di Vignali ho imparato a fare delle cose più pratiche, ad esempio come guadagnare con Instagram, come creare un blog, come fare Facebook Ads, ecc… Ovviamente, ancora oggi, li seguo con molto piacere anche se la mia curiosità di apprendimento mi ha fatto conoscere tanti altri professionisti del digital marketing che vale la pena di seguire.

Cerchiamo di capire meglio che cos’è il marketing e perché è sempre più parte della nostra vita quotidiana – anche e soprattutto quando non ce ne accorgiamo.

Cos’è il marketing

Il primo pregiudizio da scardinare quando si parla di marketing riguarda la sua “età”. Questa disciplina non è affatto una pratica recente, figlia della globalizzazione o della digitalizzazione del commercio. Si tratta, invece, di una vera e propria scienza sociale, dotata di principi e leggi antichissimi. Ciò che rende oggi il marketing così preponderante è la diffusione di mezzi e strumenti digitali che ne permettono un’applicazione massiccia rispetto al passato.

Il marketing, in buona sostanza, è l’insieme di strategie, leggi e regole che un soggetto economico applica per promuovere il proprio prodotto in modo ottimale, raggiungendo un pubblico ben selezionato di consumatori e massimizzando i propri profitti. Questa materia di studio funge, quindi, da ponte fra il consumatore e il rivenditore. Lo scopo ultimo è quello di facilitare la comunicazione, permettendo a chi cerca un determinato servizio di reperire facilmente la soluzione ai propri problemi.

La domanda che mi faccio spesso è: meglio avere un prodotto buono e fare un marketing discreto oppure meglio avere un prodotto discreto e fare un marketing buono? Sta di fatto, che tutti noi siamo vittime del marketing.

Infatti, per esperimento a Los Angeles una compagnia ha aperto un finto negozio di scarpe di lusso mettendo negli scaffali scarpe da 5 ai 20$ massimo e l’hanno chiamato Palessi. Intorno gli hanno così creato un contesto lussuoso mettendo loghi e nomi fashion riuscendo a rivendere quelle scarpe a 500 o 1.000$, con dei clienti che addirittura avviavano dei finanziamenti per poter pagare le scarpe desiderate.

Con questo esperimento hanno voluto dimostrare quanto importante siano le tecniche di branding e di marketing e come possano influire sulle decisioni di acquisto le persone.

Per fare un buon marketing, un’azienda deve studiare una serie di azioni da portare a termine, stilando, quindi, un piano di marketing.

Definire il pubblico target

Ogni piano di marketing che si rispetti parte proprio da qui: dalla definizione del pubblico di riferimento. Nel gergo della materia questo gruppo di persone assume vari nominativi: avatar, buyer persona, target. Termini che si differenziano per alcune sfumature ma che comprendono, sostanzialmente, un insieme di persone potenzialmente interessati ai prodotti/servizi che vende un’azienda.

Se hai bisogno di aiuto per realizzare un buon piano di marketing tieni in considerazione i miei servizi.

Conoscere il proprio pubblico è importantissimo perché proprio su questi dati si baserà la strategia comunicativa. Alcuni elementi oggetto di studio dei reparti di marketing sono:

Dati anagrafici

Quando stabilisci il tuo pubblico target è fondamentale tenere d’occhio i dati anagrafici come sesso, provenienza, età. Se investi dei soldi in Facebook Ads e promuovi prodotti fashion per donna, ha poco senso far vedere le sponsorizzate ad un pubblico di ragazzini.

Possibilità di spesa

Un fattore, questo, legato innanzitutto alla condizione sociale del target, ma anche alla sua consapevolezza in merito al problema che ha e dunque alla sua intenzione di spendere denaro per risolverlo;

Leve psicologiche

Fondamentali sono poi gli aspetti psicologici che legano persone apparentemente anche molto lontane. Una delle regole auree del marketing è che alla base di ogni acquisto ci sono desideri, paure, bisogni e sogni. Il compito di un buon marketer è proprio quello di individuarle a priori e di basare la propria strategia proprio facendo leva su queste emozioni.

A proposito di aspetti psicologici, qui risiede uno degli aspetti più controversi del marketing. Per far sì che un consumatore decida di acquistare un prodotto, sempre più imprese e professionisti adottano la tecnica delle leve del dolore. Si fa leva, ciò, sulle debolezze e sui problemi del proprio target, stuzzicando le sue paure e i suoi disagi. Allo stesso tempo, il pendolo della comunicazione stuzzica anche gli aspetti positivi di un prodotto. Così, si passa dalla rimarcazione di un problema all’esaltazione della sua soluzione e, soprattutto, del piacere che l’utente proverà una volta acquistato il prodotto in questione.

Un approccio spesso additato come immorale, che il marketing giustifica riportando il proprio lavoro alla soluzione di un problema. Se un imprenditore è convinto che il proprio prodotto possa davvero lenire un dolore o riempire un vuoto del proprio consumatore, perché non aiutarlo a rendersi conto dell’opportunità che gli sta offrendo? Anche in questo caso, il problema non sta nel principio in sé, ma nell’eventuale applicazione truffaldina (qualche esempio in merito l’ho inserito in questo articolo sulle truffe con l’affiliate marketing).

Strategie di comunicazione

Una volta raccolti i dati, prende forma la strategia di marketing. L’impresa dovrà quindi adattare la propria comunicazione al pubblico di riferimento. Naturalmente nei contenuti, nella forma, nei toni, nel linguaggio e persino nello slang utilizzato.

Per farlo, un reparto marketing si preoccuperà di curare non solo la promozione specifica dei proprio beni o servizi. Di cruciale importanza è in questo senso anche il branding, ossia la trasmissione di un’immagine appropriata dell’azienda. È qui che il significato di marketing acquisisce un ruolo quasi totalizzante rispetto alle altre aree funzionali che possono essere presenti in un’azienda.

Oltre al racconto dei prodotti venduti, un’impresa di successo deve provvedere anche a diffondere i propri valori aziendali, la propria filosofia e la passione che muove il suo progetto. Solo in questo modo il consumatore potrà davvero riconoscersi nel brand e dunque sceglierlo per risolvere i propri problemi.

Fidelizzare il pubblico

Un’altra caratteristica fondamentale del marketing è che il suo scopo non si limita a vendere. L’obiettivo finale è, in realtà, quella di creare una catena automatizzata di acquisti, portata avanti sia dai nuovi clienti acquisiti sia da quelli “vecchi”. Ecco il principio della fidelizzazione: un’impresa dev’essere in grado di rendere un buon servizio, fornendo davvero una soluzione a un problema. Trovandosi davanti un operatore economico serio, efficiente e affidabile, il consumatore non potrà che tornare dove è stato bene e continuare ad acquistare dallo stesso rivenditore.

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