Come avviare una start up: quali sono i requisiti?

Hai sempre desiderato avviare una start up ma non hai mai avuto il coraggio di fare il primo passo? Hai bisogno di una guida che ti possa dare quelle certezze che cerchi? Noi ti diremo come avviare una start up, che cos’è (sì, perché non tutte possono definirsi tali), i requisiti e, infine, tutte le fasi che devi affrontare nella fase iniziale.
Andiamo con ordine, quindi, partendo dalla definizione di start up.
Cos’è una start up
Che cos’è una start up? È un’azienda giovane, nata da poco ma che presenta un business plan da poter crescere in maniera rapida. Qualche anno fa, con questo termine si indicavano soprattutto quelle aziende che erano innovative dal punto di vista tecnologico ma, oggi, può essere una start up anche un’azienda nel settore dell’agricoltura. (Scopri quali sono le coltivazioni più redditizie).
Si caratterizza, infatti, in particolare per avere tre caratteristiche, una start up:
- Non lo sarà per sempre ma poi dovrà evolversi (o fallire, nel peggiore dei casi).
- Deve avviare una fase di sperimentazione.
- Deve essere scalabile. Cioè che il suo modello può essere ripetibile in larga scala.
Requisiti per avviare una start up
Quelle che abbiamo elencato sono le caratteristiche, diciamo, generali di una start up. Ma, volendo essere precisi, cosa differenza una start up da un’azienda nata di recente ma che non lo è? A fissare dei criteri selettivi è la legge 221/2012. Andiamo a vedere i requisiti più importanti. Innanzitutto non deve essere costituita da più di 5 anni e, al secondo anno di attività, il valore della produzione non deve superare i 5 milioni di euro, e ciò deve essere dimostrato da un bilancio approvato.
Al momento di qualsiasi richiesta di partecipazione a bandi non deve aver distribuito utili e non deve essere nata da fusioni di altre società, scissioni, cessioni o essere un ramo aziendale. Inoltre, tra i requisiti devono essere almeno uno di queste tre peculiarità: le spese per la ricerca e sviluppo devono essere almeno del 15% del valore maggiore tra il costo e il valore totale (immobili esclusi), i 2/3 dei soci deve avere almeno la laurea magistrale o 1/3 di essi deve essere dottore di ricerca o dottorando.
Infine, deve aver depositato un brevetto registrato che sia effettivamente connesso all’oggetto e all’attività della start up stessa.
Fasi avvio di una start up
Ultimo punto da analizzare: quali sono le fasi di avvio di una start up?
Eccole! La prima fase riguarda ovviamente l’idea: perché si sta aprendo una start up? Qual è l’aspetto innovativo che si vorrà trattare?
La seconda fase riguarda la creazione del business plan, cioè mettere quel modello su carta, farlo vivere, analizzare i punti di forza e di debolezza.
Nella terza fase che, forse, è quella più complicata, si comincia a parlare di marketing e di capire come si intende sponsorizzare l’idea ed essere presenti sul mercato. Infine, a questo punto, bisogna capire che si vuole fare: qui è il turno del grande per diventare una società importante ma è un’altra storia. Bisogna prima pensare a sviluppare bene le fasi di avvio altrimenti si rischia di fallire!