Landing page: a cosa serve? Come farne una efficace

Sicuramente, cliccando su un link di interesse, più di una volta ti sei trovato in una landing page, senza saperlo. Hai trovato un form per la raccolta dati, l’hai compilato e hai ottenuto le informazioni o dei contenuti che desideravi ricevere. Questo, in linea generale, è quello che accade nelle strategie di acquisizione contatti che poi verranno trattati diversamente a seconda della strategia che si sta seguendo. Le landing page, infatti, hanno un ruolo chiave in questi processi di inbound marketing.
Landing page, cosa sono e a cosa servono
Le landing page, o pagine di atterraggio, sono delle pagine web strutturate in modo tale da raccogliere i dati di un utente che nutre un qualche interesse verso un servizio o un prodotto, ma anche un evento. Cliccando su un link di una pubblicità o su un pulsante di chiamata all’azione (call to action) si viene reindirizzati in queste pagine di atterraggio che hanno come obiettivo quello di trasformare un visitatore in potenziale cliente.
Tutto il processo di acquisizione clienti ha inizio qui, ed è per questo che le landing page sono pagine importantissime e devono essere di qualità. Non solo la struttura, ma anche la comunicazione nelle landing deve essere curata al massimo e deve essere efficace, diversamente non si otterranno risultati. Vediamo quindi come si struttura una landing page che funziona.
Come creare una landing page: i primi step
Per creare una buona landing page non è necessario avere grandi conoscenze di programmazione e html, infatti, oggi esistono diversi programmi che consentono di crearle in totale autonomia, alcuni anche gratuiti come la versione free di Elementor. Quello che però serve sono le competenze di comunicazione e marketing.
Quindi il primo step è senza dubbio quello di acquisire tali competenze e poi cercare un editor che permetta la creazione della pagina. Questo però in generale, nel dettaglio ci sono molti altri passaggi, vediamo i principali.
Stabilire l’obiettivo della landing page
Prima di partire in quarta devi avere chiaro quale sia il tuo obiettivo. Ricorda che un obiettivo deve essere misurabile, quindi lascia perdere l’approssimazione e stabilisci un punto di arrivo. Cosa deve fare l’utente per farti raggiungere l’obiettivo? Domandati questo e programma tutto in modo da soddisfare questa domanda.
Per esempio, un obiettivo che viene molto spesso espresso con una landing è l’iscrizione alla newsletter. In questo caso la landing page dovrà essere strutturata in modo tale da condurre l’utente a iscriversi. Se invece vuoi che scarichi un ebook dovrai strutturarla in modo tale che l’utente compia quell’azione.
Definire fin da subito l’obiettivo è fondamentale per pianificare tutti gli step successivi.
Individuazione e definizione della USP
Questo passaggio è importantissimo, non si può sbagliare. La USP, che sta per Unique Selling Proposition, è, in parole molto semplici, la motivazione che dovrebbe indurre l’utente in target a scegliere il tuo servizio o prodotto, quindi quello che fa la differenza tra te e gli altri. Per definire bene questo punto dovrai quindi spiegare perché e in che cosa il tuo bene o servizio è diverso dagli altri, cos’ha che lo rende unico.
Definire la comunicazione
La tua landing dovrà avere una struttura anche dal punto di vista della comunicazione. Normalmente gli elementi che servono sono il titolo, che deve essere accattivante e ben visibile, breve e significativo. Un sottotitolo che va a definire meglio quanto detto nel titolo, lo riprende e ne anticipa la soluzione. Non possono mancare le immagini corredate da un contenuto testuale che spieghi il servizio o il bene offerto.
Fondamentale è la call to action, di norma si trova su un pulsante. Spesso, per definire una buona chiamata all’azione, che sia quindi efficace, occorre fare degli split test e scegliere quello col risultato migliore.
Infine, il modulo di contatto che deve essere visibile e chiaro, facile da compilare, possibilmente breve.
Analizzare i risultati
Infine dovrai analizzare i risultati ottenuti, dovrai quindi monitorare il traffico, il tasso di conversione e quello di rimbalzo, elementi che daranno il reale polso dell’efficacia della tua landing page.
Le landing page, come abbiamo detto, hanno come scopo quello di condurre un utente verso il compimento di un’azione, quindi che da semplice utente diventi prima di tutto un contatto, un lead, e poi, secondo un percorso di acquisizione clienti (funnel) che diventi un cliente vero e proprio.
Il primo passo è comunque sempre quello di fargli compiere un’azione all’interno della pagina d’atterraggio. I test sono fondamentali in questa fase per migliorare quello che sarà il tasso di conversione. Anche in questo caso uno split test A/B è lo strumento migliore, ma ci possono essere anche test con varianti multiple, ma qui si complica decisamente il tutto.
Cosa si deve testare? Di norma si valuta la testata, il contenuto del testo, immagini, link, elementi della call to action, il posizionamento dei diversi elementi sulla pagina, ma anche la tipologia della landing stessa a seconda del device. Ricorda che deve essere sempre pensata anche per smartphone e tablet, quindi non solo in versione desktop.
Se vuoi imparare a creare delle buone landing ti consiglio acquistare Landing page efficace, il libro di Luca Orlandini. Ricordati comunque che per fare un’ottimo lavoro devi avere una minima concezione del marketing digitale che puoi approfondire con la lettura di questi libri.